Quanto è importante l’igiene dei tessuti nella prevenzione dei virus.

Mai come oggi l’igiene dei tessuti è fondamentale per la prevenzione dei virus e per tutelare la salute di tutta la famiglia.

Se già in periodi di normalità è importante difendersi dal possibile attacco di agenti patogeni che possono depositarsi sui vestiti e sui tessuti in generale, tanto più ciò vale in un periodo come quello che stiamo vivendo.
Non ancora terminata la pandemia, molti sono gli interrogativi sui rischi connessi alla presenza del Covid-19 sui tessuti e soprattutto sul tempo di sopravvivenza del virus sui vestiti.

Per quanto tempo sopravvivono i patogeni sui tessuti?

I microrganismi che proliferano nell’ambiente esterno possono facilmente depositarsi sui vestiti, con il rischio di portare malattie o di facilitare la formazione di micosi, etc.
Batteri, virus e funghi sono numerosissimi e, sebbene non tutti pericolosi per la specie umana, una corretta igiene dei vestiti, soprattutto quando si rientra a casa dopo essere stati in un ambiente esterno, è fondamentale per tutelare la salute.

I vestiti, infatti, stando a contatto con la pelle, sono il veicolo privilegiato dei microrganismi e, pertanto, vanno sanificati correttamente.

Il tempo di sopravvivenza dei patogeni sui tessuti può variare notevolmente a seconda del tipo di microrganismo, ma anche a seconda del tessuto su cui si deposita. Secondo studi scientifici, infatti, certe fibre sembrerebbero ostacolare la proliferazione di batteri e virus, mentre altre ne permetterebbero la sopravvivenza più a lungo.

La sopravvivenza di virus e batteri sulle superfici è determinata da:

  • Caratteristiche proprio del microrganismo: esistono batteri capaci di sopravvivere mesi su superfici asciutte, mentre altri solo pochi giorni o poche ore.
  • Carica batterica o carica virale: il numero di patogeni presenti sulla superfice avrebbe una relazione diretta con il tempo di sopravvivenza. Più sono numerosi i patogeni e più è probabile che sopravvivano più a lungo.
  • Temperatura e umidità: secondo studi scientifici la persistenza dei patogeni sulle superfici ha una relazione con la temperatura e l’umidità. In genere, le basse temperature contribuiscono alla sopravvivenza mentre l’umidità può avere effetti diversi a seconda della specie.
  • Tipo di superficie: ciò vale anche per i tessuti. Pur non essendo tra le superfici che conservano più a lungo virus e batteri, ci sono fibre più ostili ai patogeni e altre che ne permettono più facilmente la sopravvivenza.
  • Presenza di materiale organico: i materiali organici come sangue, muco, fluidi corporei, etc. sembrerebbero favorire la sopravvivenza del patogeno, in quanto avrebbero una funzione protettiva evitando l’essicamento del microrganismo.

Tessuti e Covid-19: quali sono i rischi reali

Attualmente non è del tutto noto quale sia il tempo di sopravvivenza del virsu del Covid-19 sui tessuti. Tuttavia, nel recente rapporto dell’Istituto superiore di sanità (ISS) con le raccomandazioni per la sanificazione di strutture non sanitarie, è previsto uno specifico capitolo che riguarda tessuti e abbigliamento, a dimostrazione del fatto che il rischio non è nullo.

In linea di massima, anche se non vi sono ancora evidenze scientifiche inconfutabili, le superfici più a rischio sembrano essere quelle che si utilizzano più frequentemente, come il display dello smartphone, le maniglie delle porte, gli interruttori etc.

Per quanto riguarda i vestiti che utilizziamo fuori da casa, il rischio di venire a contatto con il virus esiste, anche se non è del tutto chiaro quanto a lungo possa sopravvivere e quale sia il reale rischio di contagio. L’indicazione dell’ISS tuttavia prevede che si seguano corrette norme di igiene e che, per esempio, non si posino i vestiti utilizzati fuori di casa sui tavoli, sul divano o sul letto.
I negozi di abbigliamento, poi, hanno previste opportune misure igieniche per quanto riguarda i capi di abbigliamento che vengono provati nel negozio. Alcuni supermercati, per esempio, hanno escluso la possibilità di prova in loco: i vestiti devono essere acquistati senza essere provati e, nel caso, sostituiti. I resi vengono trattati separatamente con disinfezione attraverso raggi UV o vapore.
Altri negozi, invece, dopo che il capo viene provato, se non viene acquistato non viene rimesso negli scaffali, ma subisce un processo di disinfezione.

In ogni caso, così come avviene per le altre superfici, non tutti i tessuti sembrano avere lo stesso rischio: secondo studi scientifici alcuni tessuti naturali, come lana, cashmere e seta, avrebbero una naturale funzione antibatterica, che potrebbe ostacolare anche la sopravvivenza del virus del Covid-19.

Altri tessuti, come i tessuti sintetici, invece, potrebbero permettere una sopravvivenza più lunga. Inoltre, c’è da considerare che molti abiti hanno anche inserti di metallo o pelle dove si potrebbero annidare i patogeni. Proprio per questo è fondamentale la sanificazione dei vestiti contro il Covid.

Sanificazione vestiti Covid: come fare

In ogni caso, per quanto ancora gli studi scientifici non siano sufficienti ad avere risposte certe sulla sopravvivenza del virus nei vestiti, la raccomandazione è di garantire la massima igiene possibile.

Per la sanificazione dei vestiti contro il Covid, la soluzione ideale è rappresenta dai sistemi di lavaggio a ossigeno attivo, come Bryzo.
Bryzo è un sistema combinato in base al quale viene immesso ossigeno attivo nell’acqua della normale lavatrice domestica.

L’ozono è un gas presente in natura ed è più efficace del cloro e di altre sostanze disinfettanti nella inattivazione di virus, batteri e funghi.

I lavaggi a ozono garantiscono dunque dal rischio di contagio da Covid-19 tramite vestiti o tessuti: senza necessità di additivi igienizzati e con un semplice lavaggio a bassa temperatura, si può avere la massima tranquillità di capi perfettamente igienizzati senza necessità di usare detersivi aggressivi.