Detersivi e ammorbidenti: come le sostanze chimiche aggressive possono danneggiare la pelle o creare allergie

Lavare i capi in lavatrice non è solo una routine quotidiana con la quale si lavano gli indumenti, ma è molto di più. Spesso non ci si fa caso, ma i capi di vestiario e i panni che mettiamo in lavatrice stanno a contatto con la nostra pelle e possono trasmettere tutto ciò che vi rimane attaccato: dai batteri ai residui chimici.

Ciò significa che il bucato non è un’operazione banale, ma richiede una serie di attenzioni che servono a tutelare la nostra salute e quella di tutti i componenti del nucleo famigliare, tanto più se sono presenti bambini.
Dalla scelta del detersivo fino al programma di lavaggio utilizzato e alle prassi di asciugatura, tutto il percorso che trasforma un capo sporco in un capo pulito e igienizzato deve essere organizzato in modo accurato.

Per questo motivo è importante non dare nulla per scontato e informarsi sui rischi e sulle conseguenze che alcune sostanze chimiche potrebbero avere sulla pelle di chi le usa.

Cosa contengono detersivi e ammorbidenti

Non sempre prima di usare un detersivo o un ammorbidente facciamo attenzione a che cosa contenga. In realtà, è possibile leggere sulle etichette il contenuto, anche se per chi non sia un esperto, non sempre è facile capire che cosa significhino le varie sigle.
Tra un detersivo e un altro i componenti chimici possono essere diversi: in particolare, quelli biologici ed ecologici non dovrebbero contenere sostanze dannose per la pelle e per l’ambiente. Inoltre, dovrebbero lasciare meno residui.

Tensioattivi

In genere sono tra i componenti principali dei detersivi, in quanto hanno la funzione di rimuovere lo sporco. Come dice il nome stesso, riducono la tensione superficiale dell’acqua e, legandosi ai grassi, ne provocano il distacco dai tessuti. Esistono diversi tipi di tensioattivi, tra cui quelli chimici e quelli vegetali.
Quelli di origine vegetale sono utilizzati per i detersivi biologici: si sciolgono più facilmente, non lasciano residui e sono biodegradabili, a differenza di quelli chimici che possono essere più dannosi per la salute e inquinare.

Enzimi

Sono proteine che hanno la funzione di eliminare le sostanze che compongono le macchie. In genere sono biodegradabili e possono essere usate anche a temperature più basse.

Candeggianti e smacchiatori

Sebbene la candeggina abbia un uso molto diffuso per la sua efficacia sulle macchie e per il suo costo molto contenuto, è una sostanza molto aggressiva. A contatto con la pelle o con gli occhi è dannosa alla salute, ma anche sui tessuti può avere una funzione corrosiva.
Per quel che riguarda, invece, gli smacchiatori nella maggior parte dei casi contengono sbiancanti ottici. Si tratta di sostanze che non eliminano la macchia ma la coprono sfruttando il riflesso azzurro della luce che non permette all’occhio umano di vedere la macchia.

Disinfettanti

Anche le sostanze che disinfettano i capi sono piuttosto aggressive e, spesso, inquinanti. Se, in genere, hanno una buona efficacia nell’eliminazione dei batteri, è comunque provato che lasciano residui che, in alcuni casi, possono irritare la pelle o provocare allergie.

Ammorbidenti

Gli ammorbidenti si possono trovare già inclusi nei detersivi oppure possono essere aggiunti a parte. In ogni caso, queste sostanze, che hanno la funzione di eliminare la carica elettrica dei tessuti dopo il lavaggio e rendere più morbidi i tessuti, lasciano parecchi residui. Inoltre, hanno spesso profumazioni molto intense che sono prodotte chimicamente e che possono generare allergie.

Perché i residui possono provocare allergia

I disturbi dermatologici che i residui dei detersivi possono provocare sulla pelle possono essere di due tipi: da irritazione oppure da allergia.

L’irritazione si verifica quando una sostanza irritante entra in contatto con la pelle. In questo caso, il disturbo è localizzato nel punto di contatto ed è caratterizzato da arrossamento e bruciore.
Nel caso, invece, di allergia, si ha una reazione del sistema immunitario a un allergene che può, appunto, essere presente nel detersivo. In genere, il sintomo più significativo è il prurito, che può essere accompagnato da rossore, vescicole e, in alcuni casi più gravi, anche da sintomi respiratori.

Quali sono le sostanze che possono provocare allergia

Le sostanze che possono provocare allergie sono molte e di origine diversa: dai profumi alle sostanze chimiche contenute in farmaci e cosmetici, così come alcuni metalli, alcune essenze naturali, parabeni ed emulsionanti.

In particolare, gli allergeni più frequenti sono nichel, cobalto e cromo. Uno dei motivi per cui le allergie a questi metalli sono sempre più diffuse è che sono ampiamente utilizzati sia nella cosmetica e nei prodotti di bellezza, sia nei gioielli e negli accessori per l’abbigliamento, ma anche nei detersivi.
La continua esposizione a un allergene ha infatti l’effetto di sensibilizzare: il sistema immunitario, in presenza di tale allergene, si mette immediatamente in azione e scatena la reazione allergica.

Di conseguenza, evitare l’uso di detersivi che rilascino sui tessuti questo tipo di residui è molto importante anche nel momento in cui non si sia ancora allergici, per evitare che una continua esposizione possa provocare allergia in futuro. In particolare, dovrebbero essere protetti dal contatto con queste sostanze le persone anziane, i bambini e chi soffre di patologie respiratorie.