Igiene profonda anche a basse temperature: ecco come con Bryzo
Non tutti sono concordi sulle temperature necessarie per avere un bucato privo di batteri.
C’è infatti chi sostiene che per i capi più sporchi si debbano utilizzare temperature almeno di 60°, mentre altre opinioni consigliano temperature inferiori con però l’aggiunta di additivi igienizzanti.
Entrambe le scelte hanno i loro pro e i loro contro e non sono sufficienti a garantire una igiene totale.
La carica batterica nel bucato.
I batteri sono dei microorganismi presenti ovunque nell’ambiente. Si tratta di strutture unicellulari che possono avere relazioni diverse con gli esseri umani: se in alcuni casi possono convivere senza interferire con la salute umana, in altri possono interagire: sia in positivo, sia in negativo.
Alcuni batteri, infatti, sono utili all’uomo, in quanto contribuiscono alla formazione della flora batterica, mentre altri sono dannosi perché possono provocare malattie.
![bucato igienizzato a absse temperature](https://www.bryzo.it/wp-content/uploads/2020/02/Area1-post5-600x600.jpg)
In ogni caso, nel bucato sono presenti in quantità elevatissime: si parla anche di cento milioni di batteri per ogni ciclo di lavatrice.
Come ridurre la carica batterica del bucato
I batteri presenti in lavatrice sono molto numerosi e hanno provenienze diverse. Se i capi più sporchi sono i più carichi di germi, bisogna tenere conto del fatto che anche i capi nuovi non ne sono immuni.
Spesso nei tessuti rimangono i residui della lavorazione: sostanze usate per colorare ma anche per proteggere i capi dalle muffe durante il trasporto, tanto più oggi che il mercato globale prevede viaggi della merce attraverso i continenti. E con i capi viaggiano anche i batteri, che, nelle giuste condizioni ambientali, si moltiplicano rapidamente.
I lavaggi a temperature superiori ai 60° sono utili a eliminarne una parte, ma non possono garantire un’igiene totale, in quanto alcuni batteri muoiono solo a temperature superiori ai 100°.
Secondo i rapporti del Global Hygiene Council, sarebbero presenti nel bucato germi patogeni come lo stafilococco aureus, l’escherichia coli e lo pseudomonas aeruginosa, che possono rendersi responsabili di infezioni anche con gravi conseguenze.
I detersivi, se utilizzati temperature inferiori ai 40°, non sono sufficienti a ridurre la carica batterica del bucato, mentre gli additivi igienizzanti possono essere dannosi per la salute della pelle e per l’ambiente.
A ciò si aggiunge il rischio di rovinare i capi o di causarne un’usura eccessiva: le alte temperature, tanto più se abbinate a detersivi aggressivi o ad additivi igienizzanti, riducono sensibilmente la durata media dei capi di abbigliamento.
È dunque impossibile garantire l’igiene del bucato e, allo stesso tempo, salvaguardare la salute, l’ambiente e i capi di abbigliamento stessi?
L’ossigeno attivo: igiene totale a basse temperature
La risposta arriva dalla scienza e dalle nuove tecnologie che hanno permesso di studiare un sistema di lavaggio che riproduce ciò che avviene in natura attraverso l’ozono.
L’ozono è infatti un gas naturale che si genera dall’ossigeno, di cui è una forma allotropica, in presenza di scariche elettriche. Le scariche elettriche provocano la rottura delle molecole di ossigeno e la formazione di due radicali di ossigeno che, combinati con altre molecole di ossigeno, danno luogo all’ossigeno attivo, detto anche ozono.
In natura l’ozono è presente nella stratosfera grazie all’effetto che i raggi ultravioletti hanno sull’ossigeno presente nell’aria, ma si forma anche nell’atmosfera a causa delle scariche elettriche prodotte da un temporale.
La caratteristica più interessante dell’ozono è la sua fortissima componente battericida: si tratta, infatti, del più potente disinfettante presente in natura.
Il suo impiego a scopi terapeutici iniziò già verso la fine dell’800 e si consolidò durante la prima guerra mondiale: le ferite dei soldati venivano trattate con questa sostanza con grande successo grazie alla sua funzione di disinfettante e analgesico. Se in campo medico la ricerca è costantemente proseguita, solo recentemente si è applicato l’uso dell’ozono anche ai sistemi di lavaggio e di pulizia, in particolare per il bucato.