Le buone pratiche di lavaggio per un bucato sostenibile

Il bucato in lavatrice è diventato oggi una abitudine quotidiana per tutte le famiglie. I mutati stili di vita, i ritmi sempre più frenetici e la ricerca di un maggior igiene condizionano le attività domestiche anche per quanto riguarda i lavaggi.

Se è importante vivere a contatto con capi non solo puliti, ma privi di batteri, allo stesso tempo è altrettanto importante fare i conti con le conseguenze che certi detersivi e additivi possono avere sulla nostra salute e sull’ambiente.

Trovare un equilibrio che soddisfi tutte le esigenze non è affatto facile, tuttavia è possibile: soprattutto nel momento in cui si pone attenzione ad alcuni accorgimenti che aiutano la sostenibilità.

Che cosa significa bucato sostenibile

Oggi sempre più di frequente si sente parlare di sostenibilità ambientale.
Sebbene spesso la sostenibilità ambientale sia tacciata di essere puramente una moda, essa in realtà nasce dalla crescente consapevolezza di un rischio ambientale sempre più accentuato.

Infatti, con questo termine si fa riferimento al fatto che le risorse del pianeta non sono infinite e che, pertanto, vanno salvaguardate e protette.
In un modello sostenibile ideale, la tutela dell’ambiente dovrebbe andare di pari passo con l’uguaglianza sociale e con lo sviluppo economico. Ciò significa che le risorse presenti sul pianeta dovrebbero essere utilizzate in modo adeguato per offrire a tutti le migliori condizioni di vita possibili. Si garantirebbe così una crescita economica pur nel rispetto dell’ambiente.

Quando si parla di bucato sostenibile, si intende un metodo di lavaggio che possa rientrare in questo modello ideale. Ciò significa che le prassi di lavaggio utilizzate dovrebbero garantire un bucato pulito e igienico, ma che, allo stesso tempo, rispettino l’ambiente e siano sostenibili anche da un punto di vista economico.
Per quanto sembri strano, anche le piccole azioni quotidiane possono essere molto efficaci: possono contribuire a migliorare l’esperienza di lavaggio e, allo stesso tempo, a tutelare la propria salute e quella dei propri famigliari, così come quella dell’ambiente.

Come ottenere un bucato sostenibile

Un bucato sostenibile si basa fondamentalmente sul concetto di risparmio, che riguarda sia il risparmio energetico, sia quello economico.
Ciò tuttavia non significa che si debba rinunciare alla qualità del lavaggio: al contrario, il bucato deve raggiungere il risultato migliore in termini di igiene e salute.

1.      Ridurre il consumo di energia elettrica

Spesso non si fa caso al fatto che l’utilizzo quotidiano della lavatrice incide fortemente sui consumi. Si tratta, infatti, di una pratica di routine, a cui ovviamente non si è disposti a rinunciare. Ma se già incide sul bilancio familiare, a livello globale costituisce un costo, in termini di inquinamento ambientale, molto elevato.
Tuttavia, alcuni accorgimenti possono essere sufficienti per risparmiare energia elettrica, fino a dimezzarne gli sprechi.

  • Scegliere una lavatrice con una classe energetica alta: le recenti tecnologie permettono di produrre elettrodomestici che arrivano a consumare quasi la metà di un elettrodomestico corrispondente di una classe energetica molto più bassa. Mediamente la classe A+++ avrebbe un consumo annuale (calcolato su 200 lavaggi) di meno di 153 kW/h, contro gli oltre 290 kW/h di una classe D.
  • Scegliere cicli di lavaggi adeguati: non è sempre vero che i lavaggi più brevi consumano meno. Se si eccettuano i lavaggi per capi poco sporchi, che durano meno, i lavaggi ecologici sono in genere più lunghi ma hanno un consumo inferiore perché adeguano la temperatura alla durata del lavaggio.

2.      Lavare a basse temperature

Si calcola che circa il 90% del consumo di energia di un ciclo di lavaggio dipenda dal riscaldamento dell’acqua.
Ciò significa che lavare a temperature più basse permette di risparmiare una notevole quota di energia elettrica.
Inoltre, le alte temperature spesso sono dannose per i capi di abbigliamento, soprattutto quelli più delicati, e ne aumentano l’usura, riducendo la loro durata.

3.      Ridurre o eliminare il consumo di detersivi

I detersivi e gli additivi sono sostanze particolarmente inquinanti. Soprattutto quelli prodotti con tensioattivi chimici, non sono biodegradabili e contribuiscono a inquinare l’ambiente in modo importante, non solo dopo l’uso ma anche in fase di produzione.

Inoltre, spesso sono commercializzati in contenitori di plastica che dovranno essere smaltiti e che costituiscono un costo elevatissimo sia in termini economici sia in termini di salvaguardia dell’ambiente.
Per questo motivo i detersivi vanno scelti in modo oculato, prediligendo quelli ecologici con tensioattivi vegetali, che, invece, dovrebbero essere biodegradabili. Inoltre, è sempre bene leggere le istruzioni d’uso riportate sulla confezione e rispettarne le dosi.

4.      Ridurre il consumo di acqua

La salvaguardia dell’ambiente passa anche dal risparmio di acqua. L’acqua, infatti, è una risorsa molto preziosa, che non dovrebbe essere sprecata.
L’uso dei detersivi richiede una lunga fase di risciacquo, tanto che alcune lavatrici hanno una funzione di risciacquo extra proprio per evitare che i residui dei detersivi e degli additivi danneggino la salute.
Tuttavia, ciò implica un consumo d’acqua molto elevato che incide sull’ambiente in maniera negativa.

5.      Ridurre gli sprechi

Ridurre gli eccessi ed evitare gli sprechi possono essere azioni molto semplici ma che, allo stesso tempo, producono risultati importanti a livello globale.
Non si parla solo ridurre il consumo d’acqua e di energia elettrica, ma anche di limitare l’uso dei detersivi. Spesso si pensa che usare una quantità maggiore di detersivo rispetto a quelle consigliate possa restituire capi più puliti. Non solo non è vero, ma questa abitudine aumenta l’inquinamento e mette a rischio la salute. I residui di detersivi, infatti, rimangono imprigionati nelle fibre dei tessuti e vengono a contatto con la pelle. In questo modo si possono generare allergie e dermatiti da contatto.

6.      Evitare carichi non completi

Evitare gli sprechi comporta anche una oculata gestione dei lavaggi. Una buona prassi può essere quella di organizzare i lavaggi per tipologie di indumenti e tessuti simili.
In questo modo:

  • Si fanno lavaggi a pieno carico, che permettono un risparmio energetico e di acqua rispetto a lavaggi con carichi non completi.
  • Si ottengono risultati migliori con programmi più adeguati alla tipologia di indumento lavato.
  • I lavaggi a pieno carico limitano l’attrito fra i capi, diminuendo così la dispersione delle microfibre, presenti per esempio nei capi sintetici, e il conseguente inquinamento ambientale.

Come gestire un bucato sostenibile con Bryzo

Si potrebbe pensare che applicare queste buone pratiche sia in contrasto con l’obiettivo di ottenere un bucato pulito e del tutto privo di batteri. Soprattutto nel momento in cui si parla di ridurre, o eliminare, l’uso dei detersivi e diminuire le temperature di lavaggio.
Con Bryzo tutto ciò è possibile: la tecnologia a ossigeno attivo elimina del tutto i batteri presenti nel bucato, senza necessità di detersivi e a basse temperature.

L’ossigeno attivo, infatti, è l’elemento naturale presente sul nostro pianeta con il maggiore potere germicida. La sua efficacia supera di oltre il 50% quella del cloro e ha una azione di riduzione della quantità dei metalli pesanti pari al 100%.
In questi termini, si tratta veramente di un bucato sostenibile. Eliminando del tutto detersivi e additivi e potendo usufruire di lavaggi a 30°:

  • si riduce l’impatto ambientale;
  • si gode di un risparmio economico importante all’interno del bilancio famigliare.