Allergie e detersivi hanno davvero un legame?

Arrossamento, prurito, irritazione e gonfiore: questi potrebbero essere i sintomi di una allergia da contatto.
Molto di frequente, quando ci si trova in una situazione simile, si pensa che la causa sia di origine alimentare.

Nel nostro immaginario collettivo, è più facile pensare che un disturbo cutaneo sia generato da qualcosa che abbiamo mangiato o bevuto anziché da qualcosa con cui siamo entrati in contatto.
Eppure gli studi recenti sono concordi nel fatto che gli allergeni che provocano reazione possono derivare anche dal contatto: residui di sostanze chimiche o sostanze naturali che il nostro corpo riconosce come pericolose e che, appunto, attivano il sistema immunitario.

Che cos’è la dermatite da contatto

La dermatite da contatto, o eczema allergico, è una malattia della pelle. Essa si verifica nel momento in cui la pelle entra a contatto con una sostanza potenzialmente dannosa: in tal caso si manifesta una risposta automatica dei linfociti che provocano una reazione cutanea di tipo infiammatorio.

La sostanza che dà l’avvio alla reazione allergica viene chiamata allergene (o antigene). Gli allergeni possono essere di tipo chimico (metalli, residui di sostanze chimiche, coloranti, vernici) oppure ambientale (essenze di piante e fiori).

Come tutte le reazioni allergiche, anche la dermatite può attivarsi tanto più velocemente quanto più di frequente si viene a contatto con l’allergene: ciò avviene perché il sistema immunitario impara a riconoscere l’antigene più in fretta e si sensibilizza.
Generalmente, l’area in cui si verifica la manifestazione cutanea è la stessa che entra a contatto con l’allergene, ma in alcuni casi, quando il soggetto è più sensibile, la zona colpita può anche essere più lontana.

È il caso di alcuni smalti per le unghie che possono provocare allergia: si sono constatate manifestazioni non sono nelle mani, ma anche vicino agli occhi.

Sintomi delle allergie da contatto

Le allergie da contatto si presentano con sintomi cutanei accompagnati sempre da prurito.

Inizialmente, si verifica un arrossamento della pelle con infiammazione pruriginosa. Poi, possono verificarsi altri disturbi come gonfiore, secchezza della pelle e, in casi di maggior sensibilità di chi ne viene colpito, si formano lesioni vescicolari.
Le vesciche contengono siero e, se vengono rotte, formano una crosta appiccicosa. Nei casi più gravi, la dermatite può cronicizzare, provocando cambiamenti della pelle ben visibili: infatti, diventa più spessa e squamosa.

In alcuni casi, oltre a questi sintomi, si può anche presentare una sensazione di calore intenso. Questa sensazione peggiora se ci si gratta, in quanto lo sfregamento aumenta l’irritazione.
In genere, la reazione inizia dopo qualche giorno rispetto al momento in cui si ha avuto il contatto con l’allergene e progredisce aumentando d’intensità, tanto più se il contatto prosegue.

Come i detersivi possono essere in relazione con le allergie

Le sostanze che possono provocare dermatite allergica sono parecchie e sono in aumento. La frequente esposizione agli allergeni, infatti, ha contribuito a rendere il nostro sistema immunitario sempre più sensibile.
Oggi, molto più frequentemente rispetto a poche decine di anni fa, il nostro corpo entra in contatto con sostanze chimiche utilizzate per la produzione di prodotti per la pelle, detergenti, detersivi e cosmetici.

Se un tempo i detergenti erano esclusivamente prodotti con oli e grassi animali e vegetali, attualmente vengono utilizzati componenti chimiche, che possono rilasciare residui.
Il vero sapone di Marsiglia, per esempio, veniva prodotto esclusivamente con puro olio di oliva extravergine, soda e acqua e veniva utilizzato per il bucato. In origine aveva una profumazione neutra e solo col passare del tempo vennero aggiunte profumazioni come l’olio essenziale di Citronella.

La produzione attuale di saponi spesso sostituisce la soda (carbonato di sodio) con soda caustica e vengono aggiunti tensioattivi. Inoltre gli oli essenziali per dare la profumazione vengono ottenuti per sintesi chimica.

I detersivi contengono allergeni?

Uno degli esempi più classici di sostanze che generano allergia da contatto sono i profumi e le componenti ottenute per sintesi presenti nei cosmetici e nei farmaci.
Ma non solo: anche i metalli, che possono essere interpretati dal nostro corpo come sostanze estranee, così come alcune essenze naturali.
In particolare, gli allergeni più frequenti sono i nichel, il cobalto, il cromo.

Sebbene siano sostanze generalmente innocue per la maggior parte delle persone, oggi la loro presenza costante nella nostra vita quotidiana ha portato a una sensibilizzazione. Infatti,  i soggetti predisposti nei quali si può scatenare la reazione del sistema immunitario sono sempre più numerosi.

Il nichel si trova in molti detersivi, oltre che in oggetti come gioielli, accessori dell’abbigliamento, forbici e utensili. Mentre il cobalto è presente in alcuni tipi di shampoo, nei cosmetici e nello smalto per le unghie.
Per quanto riguarda i detersivi per il bucato, spesso questi metalli pesanti rimangono sui tessuti anche dopo il lavaggio, in quanto il risciacquo non è sufficiente a eliminarli del tutto.

Ma anche i parabeni, gli emulsionanti e le profumazioni ottenute artificialmente sono spesso causa di disturbi della pelle. Tanto più che i capi di vestiario, soprattutto quelli intimi, entrano in contatto diretto con la pelle.

Come evitare dermatiti da detersivo

Per ridurre gli effetti delle allergie da contatto è molto importante la prevenzione, cercando di evitare il più possibile l’uso di sostanze che possono provocare sensibilizzazione.

  • Scegliere detersivi ecologici che non contengano nichel, cobalto, parabeni, emulsionanti, o altre sostanze potenzialmente allergizzanti;
  • Sostituire l’uso degli ammorbidenti con sostanze naturali come l’aceto bianco;
  • Ridurre la quantità di detersivi e rispettare sempre le dosi consigliate;
  • Usare sistemi di lavaggio all’ossigeno attivo, come Bryzo, che sanificano perfettamente i capi senza l’uso di detersivi.