Tensioattivi: che cosa sono e quali sono i rischi per la salute

I tensioattivi sono delle sostanze, di origine naturale o prodotti per sintesi chimica, entrati nell’uso comune. Sono presenti, infatti, in moltissimi prodotti di uso quotidiano, come i detergenti e i prodotti per la pulizia, ma anche nei cosmetici e nei farmaci.
Insomma, il campo di applicazione di questi composti è vastissimo, in particolare grazie alla loro capacità di rimuovere lo sporco e di bloccare lo sviluppo dei batteri. Inoltre, hanno il vantaggio di essere piuttosto economici e produrre parecchia schiuma: due motivi che li hanno resi diffusissimi nei prodotti di consumo.

Tuttavia, negli ultimi anni si è scoperto che alcuni tipi di tensioattivi, se usati in grandi quantità, sono dannosi per la salute in relazione ai residui di metalli pesanti che rilasciano nell’acqua, sui tessuti e nell’ambiente.

A che cosa servono i tensioattivi

Per quanto possa sembrare strano, l’acqua non sempre bagna del tutto gli oggetti con cui entra a contatto. Questo dipende dalla tensione superficiale dell’acqua e dal fatto che le molecole sono legate tra di loro dall’idrogeno.
Come si può vedere quando cade su un piano una goccia d’acqua, essa assume una forma sferica in quanto le molecole sono attratte verso l’interno. Per questo motivo non sempre l’acqua riesce a rimanere del tutto a contatto con lo sporco presente nei tessuti e, di conseguenza, non lo può rimuovere del tutto.

I tensioattivi servono a diminuire la tensione superficiale dei liquidi o dei solidi: nel caso dei detergenti, diminuiscono proprio la tensione superficiale dell’acqua, rendendo il lavaggio più efficace.
Soprattutto in presenza di grasso, i tensioattivi si frappongono tra acqua e sporcizia e contribuiscono a far staccare quest’ultima dal tessuto.

L’azione dei tensioattivi

I tensioattivi sono dei componenti di vario genere, tutti accomunati dal fatto di essere composti da molecole con una doppia proprietà:

  • proprietà idrofila, in quanto la testa della catena di idrocarburi che li compone rimane a contatto con l’acqua;
  • proprietà lipofila, in quanto la coda della catena, al contrario, penetra nei grassi.

I tensioattivi, pertanto, fanno diminuire la tensione fra l’acqua e i tessuti con una serie di vantaggi:

  • Aumentano la capacità dell’acqua di bagnarne la superficie dei tessuti;
  • Favoriscono la penetrabilità dell’acqua nei tessuti;
  • Rendono più semplice l’eliminazione della sporcizia e meno facile la riaggregazione delle parti grasse;
  • Aumentano la capacità di mescita tra sostanze acquose e sostanze oleose;
  • Contribuiscono a dissolvere i batteri;
  • Diminuiscono l’elettrostaticità.

Per tutti questi motivi il loro uso è oggi così ampio. In cosmetica, per esempio, l’effetto solubilizzante permette di creare formulazioni come emulsionanti, creme e detergenti. Inoltre, nei cosmetici per la cura della persona, come bagnoschiuma, shampoo e balsami, vengono sfruttati sia il potere detergente sia quello emulsionante, oltre al fatto che i tensioattivi diminuiscono l’elettrostaticità dei capelli.

I tipi di tensioattivi

Esistono tensioattivi di tipologie diverse, in base ai componenti da cui sono formati. A seconda della loro composizione, hanno caratteristiche diverse e usi differenti.

Per esempio, i detergenti per le persone e i detersivi generalmente contengono tensioattivi anionici.

  • Tensioattivi anionici
    Sono costituiti da carbossilati, solfonati e solfati: hanno un’alta capacità bagnante ed emulsionante oltre al fatto che detergono bene e sciolgono la sporcizia. Per questo sono presenti in moltissimi detergenti. Tuttavia, il loro potere igienizzante è piuttosto basso.
  • Tensioattivi cationici
    Questi tensioattivi sono formati da sali, in particolare di sali di ammonio. Anche i tensioattivi cationici, così come gli anionici, hanno un alto potere bagnante, tuttavia, a differenza di questi ultimi, sono meno efficaci come detergenti e hanno un alto potere battericida. Per questo motivo hanno uso in ambito sanitario e nella produzione delle acque minerali.
    Questi tensioattivi vengono usati anche per le loro proprietà elettrostatiche per eliminare la carica negativa dei capelli: per questo motivo vengono utilizzati negli shampoo, nelle maschere per capelli e nei balsami.
  • Tensioattivi non ionici
    Sono alcoli a lunga catena. Hanno una buona capacità detergente, tuttavia sono poco schiumogeni. Poiché non hanno carica, hanno una buona resa come emulsionanti.

Tensioattivi chimici e tensioattivi naturali

I tensioattivi di origine naturale e quelli prodotti per sintesi chimica si differenziano per la materia prima da cui sono prodotti, vegetali nel primo caso e fossili nel secondo, anche se gli utilizzi e le caratteristiche sono piuttosto simili.

In natura, infatti, esistono tensioattivi vegetali derivati, per esempio, dal cocco o dall’olio d’oliva. I saponi tradizionali, come il sapone di marsiglia, venivano prodotti proprio da questi oli.
I tensioattivi chimici, invece, sono prodotti attraverso petrolati, che possono essere dannosi per la salute e inquinanti, in quanto non sono biodegradabili.

Perché i tensioattivi possono essere dannosi per la salute

Sui tensioattivi chimici e sulla loro pericolosità le opinioni sono discordanti. Per quanto si tenti di negare i danni che queste sostanze portano all’ambiente e alla salute, molti esperti sono concordi nel denunciare il pericolo di queste sostanze, soprattutto per quanto riguarda quelli chimici.
Si ha un importante impatto sull’ambiente sia in fase di produzione sia nel momento in cui vengono immessi nell’ambiente con gli scarichi. Durante la produzione, gli scarti dei petrolati possono finire nelle falde acquifere, attraverso le quali si diffondono nel suolo. La scarsa biodegradabilità, inoltre, fa sì che provochino squilibri ambientali e inquinamento, in particolare nel mare dove alterano l’ecosistema.

I tensioattivi di origine vegetale di solito sono meno dannosi, tuttavia talvolta vengono anch’essi lavorati chimicamente, come nella produzione di etossilati, perdendo così la loro biodegradabilità.

Per quanto riguarda, invece, la salute di chi li utilizza, i danni maggiori derivano dai tensioattivi anionici, a causa della loro aggressività: per esempio, il Sodium Lauryl Sulfate (SLS) e il Sodium Laureth Sulfate (SLES) tendono a eliminare lo strato lipidico della pelle e sono sconsigliati per chi ha la pelle secca o delicata.

Oltre a quelli presenti nei detergenti per il corpo, possono essere dannosi anche quelli presenti nei detersivi. Anche in molti detersivi infatti si trovano SLES e etossilati. La legislazione attuale non obbliga i produttori a esplicitare gli ingredienti dei detersivi, quindi non sempre è facile capire che cosa contengano, nemmeno nel momento in cui viene indicato che sono ecologici o biodegradabili.
I rischi per la pelle sono, tuttavia, molto elevati, in quanto, non essendo biodegradabili, rilasciano residui che restano attaccati ai tessuti. L’elevata esposizione a queste sostanze ha aumentato la sensibilità della pelle e ha reso molto frequenti dermatite allergiche da contatto o dermatiti di tipo irritativo.